Forum per scrittori: La vetrina dello scrittore esordiente

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view post Posted on 12/4/2024, 16:13     +1   -1
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Erede del "Strangerymer's Family"
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Ho visto per il Forum che si può creare un topic personale in cui gli utenti possono lasciare saluti e scambiare quattro chiacchiere direttamente con l'Autore e ho pensato di farlo anche io. Spero sia una cosa gradita e che vi faccia venire voglia anche di conoscermi come persona.
Vi aspetto numerosi, a presto.

[*Nota _
Nel caso ho anche il mio Guestbook privato o, se preferite, potete mandarmi un mp direttamente.
]

 
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view post Posted on 12/4/2024, 19:10     +1   -1
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Il Cavaliere Nero

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Ciao. ^_^

Quali sono i tuoi generi preferiti? Qualche autore/autrice ti ha particolarmente influenzato nel tempo?
 
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view post Posted on 12/4/2024, 19:16     +1   -1
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Ciao ^^

Tendenzialmente non mi lascio influenzare da altri Autori e relativamente ho letto poco negli anni. Quest'anno ho iniziato a ingranare avendo un po' di soldini in più ^^" Per un po', molto giovane, ho letto manga e fumetti.
Il mio testo preferito è "Storia di due Anime" di Landragin. Coi generi vario moltissimo. Dipende da come sto. Prediligo Fantasy macchiati da altri generi e Gialli, Paranormali, Horror, testi dove si scava nella psiche dei personaggi. Non sdegno un buon Romance e un Romantasy fatto bene. A volte leggo più testi in contemporanea e scrivo più storie in contemporanea XD

Te?
 
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view post Posted on 12/4/2024, 20:39     +1   -1
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Il Cavaliere Nero

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Se hai letto poco è più che naturale... altrimenti è impossibile non essere influenzati da opere altrui. Si tratta di un passaggio obbligato per formare il proprio stile e la propria vena autoriale. Ora chiaramente ho un mio stile ben definito, ma di influenze negli anni di formazione ne ho subite tante... King, Lovecraft, Terry Brooks, per citare solo i più importanti. Ma anche mangaka quali Go Nagai, Kurumada e Miura.
I miei generi preferiti sono fantasy e horror e subito dopo la fantascienza, ed eventuali sottogeneri (ma non fantascienza tradizionale alla Asimov che trovo pallosa e troppo politica). Però a parte gialli e rosa leggo un po' di tutto, fintanto che sia scritto bene.
 
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view post Posted on 13/4/2024, 07:28     +1   -1
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Gli assolutismi non mi piacciono. Mi spiace ma non mi trovi d'accordo, ma ognuno ha i suoi punti di vista ^^ Voglio dire, allora loro da chi si sono lasciati influenzare e allora volta gli autori che li hanno influenzati da chi si sono lasciati influenzare e via dicendo? Fino ad arrivare al 'boss' finale e chiedersi 'e ora?' Spero di essere riuscita a far capire il mio punto di vista.
Quando leggo una cosa cerco proprio per istinto di non fare quello che ha fatto quell'autore, per un periodo ho avuto proprio il rifiuto per la lettura perché temevo di trovare una mia idea già scritta per poi comprendere che nulla più ahimè si può inventare. Puoi creare nuovi mondi, razze e anche lingue, ma le vicende bene o male si susseguono sempre in un certo modo, in fondo un romanzo racconta una storia e la vita quella è. Di base le storie quelle sono, ma a renderle uniche è il modo di scriverle che può essere benissimo libero da ogni influenza esterna, come anche l'uso di particolari mai usati prima. Diciamo che la bellezza di un testo sta nel dettaglio e nel modo di scriverlo unico e il più originale possibile. Almeno secondo il mio punto di vista che può benissimo non essere apprezzato.
Molti dicono di fare un corso di scrittura creativa per saper scrivere una storia. Va bene studiare e imparare a scrivere a livello proprio di cultura nella società, del resto per scrivere devi sapere le regole di scrittura della lingua con cui scrivi, ma obbligare o dire che per fare ciò devi per forza fare un corso specifico su, che so, il Fantasy, lo trovo sbagliato, perché uno può avere una propria idea di Fantasy e scriverla, stravolgere completamente il genere. Il Fantasy, come qualunque altro genere, è pur sempre opera di Fantasia, perché devo limitarmi ai dettami di chi si pensa lo abbia inventato per primo? Non so se mi sto spiegando bene, ma in pratica, secondo un ragionamento di influenze e via dicendo, anche chi ha inventato i generi è stato influenzato da altri artisti e si ritorna al discorso iniziale.
Io adoro "store di due Anime" ma i miei scritti non danno l'impressione di essere stati influenzati da quello stile e tipo di storia.
Spero di essere riuscita a far capire cosa intendo, a volte piegarsi è più complicato di quel che si creda ^^"
 
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view post Posted on 13/4/2024, 09:19     +1   -1
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Temo che tu mi stia confondendo con quelli che io chiamo "talebani della narratologia". Io detesto i corsi di scrittura creativa perché in novantanove casi su cento servono soltanto a indottrinare gli aspiranti autori. Il mio non è un assolutismo, è un dato di fatto riscontrabile nella realtà... tutti a livello conscio o inconscio subiamo delle influenze dal mondo esterno, è psicologia. Quanto al chiedere chi ha cominciato influenzando chi, è una domanda oziosa che lascia il tempo che trova, è come chiedersi se sia nato prima l'uovo o la gallina. Ti sfugge forse il fatto che ci si influenza a vicenda anche tra autori contemporanei e non si si viene influenzati soltanto da autori del passato. Mi vengono in mente per esempio Lovecraft e la sua cerchia (Clark Ashton Smith, Robert Bloch, ecc.), oppure gli Inklings di cui facevano parte Tolkien e Lewis.
Il farsi influenzare non preclude la nascita di una propria autorialità, ma è propedeutica a tale scopo. Quello che è importante è la rielaborazione successiva, perché anche quando scrivevo i miei romanzi fantasy giovanili e si potevano riscontrare nel mio stile acerbo elementi di Terry Brooks, di King e persino di Lovecraft, il tutto era però un "mischione" inequivocabilmente mio. C'era roba presa da Berserk di Miura e persino da alcuni videogiochi...
Quanto alla paura di riproporre qualcosa di già visto, è un timore infondato, perché qualsiasi arte "parla" per archetipi, perciò ci sarà sempre qualcosa di già visto o già sentito, echi di concetti già espressi o forme espressive già esplorate. Ciò che è importante, come dicevo prima, è rielaborarle dando loro un tocco personale e unico che deriva dalla nostra personalità e dal nostro vissuto. Però è impossibile farlo senza conoscere un minimo di ciò che è stato già fatto e soprattutto di leggere lavori altrui e sviluppare il proprio stile e la propria autorialità.
E non ho mai nemmeno detto che tutti debbano seguire determinati criteri... figurati che io giro a largo da chiunque sostenga che per essere autori professionisti sia obbligatorio studiare narratologia. Per me è una gran cazzata. E per quanto mi riguarda, ciò vale anche per l'affrontare i generi. Hai portato l'esempio del fantasy... Martin ha una sua idea di come presentare la magia e gli elementi sovrannaturali che lui spaccia come una sorta di legge perché è un tolkeniano. Io ritengo che ogni storia fantasy debba strutturarsi in un modo che sia congeniale all'autore, al mondo che va creando e all'eventuale messaggio che vuole trasmettere.
In breve, non sono mai stato per gli assolutismi (se mi conoscessi meglio lo sapresti), in quanto mi batto contro i talebani della narratologia e tutti coloro che venerano lo "show don't tell" come fosse un vitello d'oro. Ma ritengo anche che voler fare letteratura affermando di non volersi "contaminare", sia un po' come il voler guadare un fiume senza bagnarsi. Io riconosco tanto agli autori del passato quanto a quelli bravi contemporanei la loro giusta importanza, e ritengo mi siano utili per trovare la mia strada. Se non avessi letto tanto Terry Brooks, non avrei capito che il fantasy che volevo scrivere era l'opposto del suo. Quindi vedi che dopo un'iniziale influenza, ho finito per divergere e anzi trovarmi agli antipodi rispetto a lui. :D
Concludo dicendo che anche tu, quando dici che bisogna essere "il più originale possibile", stai adottando senza accorgertene un assolutismo tra quelli propagandati dai talebani della narratologia. Per me invece non è essenziale l'originalità del tema o della storia, quanto piuttosto l'autorialità che c'è dietro. Una di queste sedicenti scrittrici ha prodotto roba assolutamente ridicola proprio per inseguire questo concetto di "originalità a tutti i costi", creando una storia grottesca e ridicola. Sì, era originale, ma pessima nel complesso.
Lasciarsi influenzare non significa, "copiare ciò che è stato già fatto" o "essere ingabbiati in certe regole", significa assimilare qualcosa, rielaborarlo e poi scegliere se espellerlo oppure integrarlo nel proprio modo di scrivere. E questo si può fare solo leggendo gli altri, confrontandosi con chi scrive bene e con chi scrive male, in un processo di crescita personale che conduce alla maturità autoriale (processo lungo e forse senza nemmeno una vera fine). Lo scambio di idee è alla base della civiltà umana... se ci comportassimo tutti come degli atolli separati dall'oceano (per paura di "influenze esterne"), non ci sarebbero scambio, stimolo, crescita. E non potrà mai esserci cultura e men che mai letteratura. :)
 
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view post Posted on 13/4/2024, 09:49     +1   -1
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Bene o male le prime fasi dello stadio evolutivo di un individuo, l'ho studiato con Garden e simili nella pedagogia che alla fine è un percorso che dura tutta una vita ^^ Se l'avessi scritto prima in questi termini, evitando la parola 'impossibile' avrei capito subito cosa intendevi. Io non mi riferivo a questo, ma ad altro, però quella parola mi ha fatto capire tutt'altro ed ho risposto di conseguenza. In effetti mi sembra di capire che i pensieri collimano anche. A volte le parole sono così limitanti... Ricordo che da piccola volevo creare nuove parole, nuovi suoni e nuove lettere. Mi sono sempre sentita in qualche modo limitata, come se ci fosse molto di più rispetto a ciò che è stato già visto/scoperto/raccontato. Paradossalmente, questa mia sensazione, mi limita a sua volta.
A ogni modo io scrivo ciò che sento, provo, sogno, se malauguratamente noto delle similitudini decido se giocarmele o eliminare tutto, in genere cerco di stravolgerle senza perdere il lavoro completo.
Sto scrivendo una storia che ha un significato particolare per me e i nomi che ho scelto a oggi per i protagonisti sono Dante, Beatrice e Gemma, ma non mi sono ispirata o lasciata influenzare dalla loro storia, solo ho notato che i nomi potevano rendere di più il gioco della mia storia. Stando a quanto scritto mi sono quindi lasciata influenzare involontariamente (cosa che escludo perché molte storie che scrivo sono sogni fatti ancor prima di conoscere determinate dinamiche e che nel temo sono anche diventare realtà della mia vita, come fossero stati sogni premonitori) oppure ho solo sfruttato una casualità?
Io temo solo che un giorno qualcuno leggendo mi levi la paternità dell'Opera facendo paragoni con cose già fatte, come se il mio lavoro diventasse nullo e fosse solo una copia di un altro. Non escludo il concetto di influenza nei termini sopra specificati, io stessa scrivo o in base a eventi accaduti nella mia realtà o nei miei sogni. Alla fine sempre influenza è. Però ci soffro se dal nulla mi dicono 'ha ma somiglia a questa opera' quando magari manco la conosco...
Perché effettivamente, e me lo chiedo sempre, quanto è sottile questa linea fra lo scrivere un qualcosa di pulito da influenze e lo scoprire che ci si può giocare volutamente senza che esse vi abbiano un reale legame?
Forse mi sono persa e non sono riuscita a spiegarmi ^^" Spero avrai pazienza. Difficilmente espongo i miei punti di vista e quindi non li so formulare. La scrittura per me è libertà, però sono consapevole che allo stesso tempo è limitante...
 
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view post Posted on 13/4/2024, 09:53     +1   -1
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Aggiungo solo una piccola nota. Una scrittrice abbastanza conosciuta, voleva usare un'idea di una mia amica dicendo che lei ne aveva il diritto perché non era una novità (non posso entrare nel dettaglio di ambo le parti, ma fidati, quell'idea è unica)... La mia amica la mise al suo posto dicendo che la sua era uno stravolgimento totale di una dottrina e che quindi nel suo genere non poteva copiargliela perché era una sua personale visione e si sarebbe ben notato il plagio effettivo dell'idea.
Probabilmente anche per questo io sono molto restia ai paragoni, a chi afferma che nulla si può inventare e via dicendo. E' come se si cercasse la scusa per copiare o impadronirsi di un'idea altrui. Diciamo che me ne hanno dette varie e molte le ho subite io, quindi metto la quinta e vado in panico ^^"
Come posso dire, so che nulla si può inventare o che in un certo senso, qualche piccola influenza c'è, ma a volte ho la sensazione che molti usino questi termini per giustificarsi e io quindi ci vado in toto contro (come ho scritto all'inizio) come un toro contro un mantello rosso.
 
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view post Posted on 13/4/2024, 11:37     +1   -1
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CITAZIONE (BeeQueen0309 @ 13/4/2024, 10:49)
Bene o male le prime fasi dello stadio evolutivo di un individuo, l'ho studiato con Garden e simili nella pedagogia che alla fine è un percorso che dura tutta una vita ^^ Se l'avessi scritto prima in questi termini, evitando la parola 'impossibile' avrei capito subito cosa intendevi. Io non mi riferivo a questo, ma ad altro, però quella parola mi ha fatto capire tutt'altro ed ho risposto di conseguenza. In effetti mi sembra di capire che i pensieri collimano anche. A volte le parole sono così limitanti... Ricordo che da piccola volevo creare nuove parole, nuovi suoni e nuove lettere. Mi sono sempre sentita in qualche modo limitata, come se ci fosse molto di più rispetto a ciò che è stato già visto/scoperto/raccontato. Paradossalmente, questa mia sensazione, mi limita a sua volta.
A ogni modo io scrivo ciò che sento, provo, sogno, se malauguratamente noto delle similitudini decido se giocarmele o eliminare tutto, in genere cerco di stravolgerle senza perdere il lavoro completo.

Penso di aver capito il discorso generale. King parla nel suo saggio/autobiografia On Writing anche della limitatezza delle parole, che restano comunque sempre indietro rispetto al reale significato che si vuole esprimere. E io aggiungerei che è sempre per un discorso di archetipi, ai quali anche il verbo deve sottostare. Per questo una delle mie convinzioni è che sia fondamentale essere il più precisi possibile nel descrivere qualcosa, per ridurre questa discrepanza tra la descrizione e il descritto.
Tutto sommato però non l'ho mai vissuta come una limitazione, anzi, paradossalmente è qualcosa che mi stimola: per come sono fatto, se c'è un limite qualunque, io cerco di farlo a pezzi. E nel caso della scrittura, il mezzo è l'acquisizione di un ampio vocabolario e di una potenza espressiva maggiore. Comunque King stesso ne La Torre Nera, inventa delle parole tutte sue per descrivere concetti già noti, ma magari con delle connotazioni particolari legate alla sua storia. Per esempio "dinh", che è un termine che significa un po' "capo gruppo", "leader", ma si può vedere anche come una sorta di "guida" e persino di "padre spirituale" e "insegnante", una complessità e una varietà di significati che non si possono trovare tutti in un solo vocabolo inglese (o italiano se per questo). Si tratta di una delle mie opere preferite e ho sempre apprezzato questo aspetto.
Quanto alle similitudini, io le vivo al contrario... :D
Cioè, l'altro giorno ho ricevuto un commento su una delle mie ultime poesie e un amico mi ha detto che gli ha ricordato un po' una canzone di Renato Zero, un po' Pasolini. Per me onestamente è un grosso complimento l'accostamento con Pasolini, oppure quando mi hanno detto che un mio breve frammento di prosa sapeva molto di Ambrose Bierce. La chiave è proprio questa: ti ricorda, sembra, ma non è. Questo sempre in virtù di quegli aspetti individuali che ci contraddistinguono, per fortuna. Diverso è quando certi sedicenti autori pubblicano narrativa di genere che scimmiotta di proposito gli autori famosi per vendere, come quando leggi in copertina: "Nella tradizione di..."
Secondo me c'è un'importante linea di demarcazione tra le due... per fortuna. :D
In un altro caso, quando ho partecipato al torneo IoScrittore tempo fa, ho ricevuto commenti diametralmente opposti sul primo capitolo del primo volume della mia trilogia dark fantasy: una lettrice ha scritto d'aver trovato il mondo da me creato molto originale, e che le aveva fatto pensare, con la vicenda della spia, allo spionaggio della Guerra Fredda. A me, scrivendolo, non era passato manco per l'anticamera del cervello. :D
L'altro commento era di un tizio che era presumibilmente un invidioso frustrato, che non era riuscito a trovare una sola cosa positiva nel mio lavoro e tutta la sua "critica" si riduceva a: è tutto cliché. Molto probabilmente senza nemmeno conoscere la differenza che passa tra topos e cliché. Nel mondo che ho creato convivono elementi di un tardissimo Medioevo (come le armi da fuoco e l'architettura gotica) ed elementi della cultura classica (divinità e templi greco-romani), quindi magari non avrò reinventato la ruota, ma ritengo che un minimo di originalità ce l'abbia. Di fantasy, in più di vent'anni, ne ho letto una marea e non ho mai letto di un mondo simile al mio, almeno questo c'è da dirlo. :D
Con la critica bisogna imparare a distinguere quella costruttiva e sensata da quella tendenziosa; accogliere la prima e rigettare la seconda. E in questo caso sì, non lasciarci influenzare dai pareri altrui, ma seguire la propria visione. :)

CITAZIONE (BeeQueen0309 @ 13/4/2024, 10:49)
Sto scrivendo una storia che ha un significato particolare per me e i nomi che ho scelto a oggi per i protagonisti sono Dante, Beatrice e Gemma, ma non mi sono ispirata o lasciata influenzare dalla loro storia, solo ho notato che i nomi potevano rendere di più il gioco della mia storia. Stando a quanto scritto mi sono quindi lasciata influenzare involontariamente (cosa che escludo perché molte storie che scrivo sono sogni fatti ancor prima di conoscere determinate dinamiche e che nel temo sono anche diventare realtà della mia vita, come fossero stati sogni premonitori) oppure ho solo sfruttato una casualità?

Potrei dirti che anche i sogni sono spesso frutto di esperienze fatte, oppure elementi del subconscio che vengono a galla durante il sonno e dei quali non sei consapevole razionalmente, magari. Ma a parte quello, io non sono uno che crede al caso. :D
Magari quel sogno o quell'esperienza le hai fatte proprio perché ne avevi bisogno per scrivere quella storia e quei personaggi. Comunque è una questione abbastanza fumosa sulla quale sorvolerei. Sempre per usare King come esempio, la critica lo accusò di aver compiuto una scelta semplicistica nel dare al condannato a morte de Il Miglio Verde il nome di John Coffey. Lo aveva scelto solo perché le iniziali erano le stesse di non ricordo quale personaggio, che aveva alcune similitudini col suo. A volte c'è un ragionamento dietro, altre volte è più istintivo.

CITAZIONE (BeeQueen0309 @ 13/4/2024, 10:49)
Io temo solo che un giorno qualcuno leggendo mi levi la paternità dell'Opera facendo paragoni con cose già fatte, come se il mio lavoro diventasse nullo e fosse solo una copia di un altro. Non escludo il concetto di influenza nei termini sopra specificati, io stessa scrivo o in base a eventi accaduti nella mia realtà o nei miei sogni. Alla fine sempre influenza è. Però ci soffro se dal nulla mi dicono 'ha ma somiglia a questa opera' quando magari manco la conosco...
Perché effettivamente, e me lo chiedo sempre, quanto è sottile questa linea fra lo scrivere un qualcosa di pulito da influenze e lo scoprire che ci si può giocare volutamente senza che esse vi abbiano un reale legame?
Forse mi sono persa e non sono riuscita a spiegarmi ^^" Spero avrai pazienza. Difficilmente espongo i miei punti di vista e quindi non li so formulare. La scrittura per me è libertà, però sono consapevole che allo stesso tempo è limitante...

Sì, penso di aver capito anche qui, in linea generale. Anche a me talvolta è dispiaciuto scoprire che qualcuno aveva avuto una data idea prima di me, ma è inevitabile. Pensa magari a quanti sconosciuti hanno la tua stessa idea e non lo saprai mai perché la lasceranno in un cassetto per non pubblicarla mai. :D
Non posso dirti di sopprimere la tua spiccata sensibilità (che secondo me oggi è un pregio), ma occorre costruirsi un minimo di corazza, altrimenti alla critica - di sconosciuti o di esperti letterari - non si sopravvive.
Per rispondere alla tua ultima domanda, penso tu sia arrivata da sola al nocciolo: la seconda è possibile ed è ciò che bisogna perseguire, mentre scrivere in modo "totalmente pulito da influenze" non lo credo possibile, come dicevo sopra. Ci sarà sempre qualcosa che ricorda qualcos'altro, ma non è per forza detto che sia voluto. E anche qualora lo fosse, perchè preoccuparsene? Io per omaggiare Lovecraft ho scritto letteralmente un sequel di un suo romanzo, un racconto lungo che si svolge circa un secolo dopo il suo, ai giorni nostri. Ho perfino mescolato il mio stile al suo, ma era una cosa voluta e vado molto fiero di quel brano, che peraltro è molto piaciuto a tutti coloro che l'hanno letto. E la ciliegia sulla torta, è che tutti hanno ben percepito la mia mano dietro al brano, e che nonostante abbia mescolato il mio stile a quello di Lovecraft, si nota la differenza tra noi. Diciamo che è stato un esperimento che considero un successo.
Il mio consiglio, per quel che vale, è: stai più serena. :)


CITAZIONE (BeeQueen0309 @ 13/4/2024, 10:53)
Aggiungo solo una piccola nota. Una scrittrice abbastanza conosciuta, voleva usare un'idea di una mia amica dicendo che lei ne aveva il diritto perché non era una novità (non posso entrare nel dettaglio di ambo le parti, ma fidati, quell'idea è unica)... La mia amica la mise al suo posto dicendo che la sua era uno stravolgimento totale di una dottrina e che quindi nel suo genere non poteva copiargliela perché era una sua personale visione e si sarebbe ben notato il plagio effettivo dell'idea.
Probabilmente anche per questo io sono molto restia ai paragoni, a chi afferma che nulla si può inventare e via dicendo. E' come se si cercasse la scusa per copiare o impadronirsi di un'idea altrui. Diciamo che me ne hanno dette varie e molte le ho subite io, quindi metto la quinta e vado in panico ^^"
Come posso dire, so che nulla si può inventare o che in un certo senso, qualche piccola influenza c'è, ma a volte ho la sensazione che molti usino questi termini per giustificarsi e io quindi ci vado in toto contro (come ho scritto all'inizio) come un toro contro un mantello rosso.

Il plagio è un rischio che tutti gli artisti devono mettere in conto. Posso dire che per nostra fortuna in letteratura è molto meno diffuso rispetto alla musica, ma comunque esiste. Basti pensare alla Rowling, che ha letteralmente rubato l'idea per Harry Potter a un'altra autrice (e conosco chi la odia a morte per questo), semplicemente cambiando il nome del protagonista. E sappiamo quanti milioni ha fatto. Tra l'altro la considero una buona opera, ma sopravvalutata da far schifo, e credo Rick Riordan sia di gran lunga più bravo di lei come autore per ragazzi.
Comunque no, se qualcuno dice che non si può inventare nulla per giustificare pratiche del genere, è solo una merda senza immaginazione e senza autorialità. Non è che non si possa inventare nulla, è che anche qualora si inventi qualcosa, non suonerà mai come assolutamente nuovo e mai sentito, ecco tutto. La cosa più difficile da fare in assoluto in letteratura, è creare un nuovo genere letterario e/o essere avanguardisti, cosa in cui solo i geni riescono.
Mi viene in mente il premio Nobel Hemingway, che per l'epoca proponeva una prosa così realistica da scandalizzare, ma fu proprio per questo che divenne un grande e un'avanguardia. Ma non era il contenuto a essere rivoluzionario, ma il modo crudo e realistico in cui presentava la realtà dei personaggi di bassa levatura sociale, con tutta la loro volgarità e le loro consuetudini. Quindi è stata la sua autorialità a fare la differenza, più che le idee alla base delle sue storie.

Scusa il papiro, ma a volte tendo a dilungarmi. :D
Spero di essere comunque stato più chiaro nell'esporre il mio pensiero. ^_^
 
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Sei stato trasparente e alla fine ci siamo capiti entrambi ed è una cosa bella che capita raramente. Io cerco sempre di capire l'altra persona, ma spesso trovo un muro, un qualcuno che vuole prevaricare, non comprendere, scendere e capire che magari si parla anche della stessa cosa ma in termini diversi. Oppure si rigetta totalmente il pensiero altrui...
Ci ho messo molto tempo per comprendere che nulla si crea dal nulla o quasi, ancor meno a capire che è il come faccio le cose a distinguerle. Col tempo riuscirò ad apprezzare eventuali accostamenti che potrebbero essere fatti. Magari lo fanno per complimentarsi e non per attaccare ^^"
Io al momento sento un bisogno assurdo da sempre di scrivere, fa parte di me da che ho iniziato a farlo, ma sono sempre rimasta nell'oblio. Ora che mi sono decisa spero solo che il messaggio delle storie arrivi e che non vengano bistrattate.
Scrivo per il mio benessere e al momento non sono nessuno, magari un giorno chissà ^^

Grazie per il confronto, spero di avere un parere sui miei scritti, sicuramente potrò imparare qualccosa :)
 
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Grazie a te. Sempre a disposizione. :B):
 
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