Forum per scrittori: La vetrina dello scrittore esordiente

La valle morta - prima parte, Il viaggio di Pohrr continua

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Alfredo Canovi
view post Posted on 23/8/2018, 18:28     +1   -1




Le terre dei Ghoul del Tormento erano le più inospitali dell’intera A’rethia, peggiori perfino delle terre riarse nel deserto sahiliano dell’estremo sud, patria dei famigerati guerrieri Hor-ka; i ciborgi, li aveva chiamati Algernon.
Il paesaggio, dall’alto della collina che segnava il confine con la foresta di Fulcke, era quanto di più spaventevole Pohrr avesse mai visto o immaginato in vita sua: una distesa di terra gialla punteggiata da grandi oasi di rocce rosse cosparse di crateri dai quali eruttava in continuazione un putridume grigiastro denso e oleoso; il fango fumante poi si incanalava in sottili rigagnoli che confluivano in grosse pozze ribollenti.
Decine, forse centinaia di bocche strette e allungate verso il cielo rilasciavano nell’aria i loro venefici effluvi, ovunque una nebbiolina azzurrognola velava un pallido sole rossastro.
Nessuna pianta, neppure quella più adattabile e tenace riusciva a sopravvivere in quelle condizioni, e pure nessun animale; persino i grandi stormi di aironi grigi che migravano verso nord nel periodo estivo, circumnavigavano quelle lande di morte.
Pohrr si guardò intorno, quella desolazione era inquietante ed era logico supporre che soltanto dei già-morti potessero abitare in quelle terre.
Di quando in quando sulle zolle più solide del terreno s’intravedevano strani baraccamenti, fatiscenti capanne costruite accatastando qualunque cosa il costruttore avesse trovato in giro: travi e assi di legno crepate, pellicce marcescenti, brandelli di teli strappati chissà da dove e tenuti in sospensione dai lunghi rami biforcuti degli alberi di fuoco della foresta di Fulcke.
“Non ci vedranno arrivare?” Chiese un Pohrr terrorizzato al vecchio Algernon, che stava fissando una grossa collina molto distante; sul cucuzzolo c’era quello che al giovane guerriero sembrava proprio un grosso ragno accucciato.
“Non credo” rispose il vecchio indicando quella strana cosa “a quest’ora tutti i ghoul saranno nel castello del Re Morto, per consumare insieme il loro pasto”.
La pelle di Pohrr divenne ruvida come lo zigrino.
“Il loro pasto? Quale pasto?”
“Algernon fece spallucce: “Uno sfortunato viandante catturato durante le loro scorrerie, oppure qualche bambino rapito nel cuore della notte dalla sua culla; i Ghoul del Tormento sono come alcuni rettili, mangiano solo un paio di volte tra una luna piena e l’altra ma quando lo fanno entrano in uno stato di frenesia tale che non si accorgono di quello ha accade intorno a loro. Pensa che arrivano, in quella condizione di grazia, a divorarsi l’uno con l’altro; per questa ragione ho scelto proprio oggi per raggiungere il nostro obbiettivo”.
Lo sguardo del povero Pohrr da spaventato che era divenne terrorizzato: “Noi siamo vivi, non temi che ci possano attaccare e ci divorino come dessert?”
“Non temere ragazzo, ancora non ti fidi della mia magia? Se ti dico di non temere tu non dubitare”.
“Va bene, se lo dici tu; è solo che quella strana palandrana che indossi non passa inosservata”. Rispose perplesso Pohrr.
“La tunica celestiale è invisibile per buona parte dei mostri che abitano le terre a sud di A’rethia”.
“Comprendo” mentì “adesso quindi, dove siamo diretti?”
“Domande, sempre domande” sorrise Algernon indicando lo strano ragno appollaiato sulla collina in lontananza “Lì!” decretò infine il vecchio mago.
“Tu sei matto”. Ansimò Pohrr.
“Lo so, andiamo”.
Presero il sentiero che dalla cima del Passo del Gufo scendeva alla Valle Morta costeggiando il Monte Nero, la vegetazione divenne sempre più rada e grigia, finché non sparì del tutto.
Il sentiero si spianò e davanti a loro si aprì un’immensa pianura.
“Adesso però dobbiamo fare attenzione, ragazzo, è vero che i ghoul sono distratti, non così i loro guardiani”.
“Quali guardiani?”
“Come, non te l’ho detto?” Schernì Algernon “devo essermelo dimenticato. Questa intera zona desolata brulica di mastini infernali; anche se non riesci a vederli loro ci sono e sono a guardia dell’ingresso della Valle morta.
“Dei cani? Io odio i cani da quando uno di loro mi morse un polpaccio da ragazzo, nella casa del vecchio Petr il selvatico”.
Algernon si bloccò e col braccio alzato a guisa di barriera fermò anche Pohrr.
“Aspetta e vedrai; non sono proprio dei molossi ma questo non vuol dire che siano meno letali”.
Prese un grosso sasso da terra e lo tirò alla fine del sentiero davanti a loro, proprio dove questo si spianava in una pietraia grigia. Il pezzo di roccia cadde rumorosamente sul terreno, rotolando per qualche metro.
Pohrr non fece in tempo a chiedere spiegazioni per quell’insolito gesto che dal terreno sbucò improvviso un grosso tentacolo, come quello di un polpo sahiliano, con l’apice rastremato e il corpo grigio completamente rivestito di ventose, nel mezzo delle quali sbucavano grandi artigli eburnei.
La punta di quella cosa si fermò a mezz’aria tastando il nulla, contorcendosi più volte, nel tentativo di identificare e ghermire la causa di quei colpi.
“Sono cieche” sussurrò Algernon “ma non sorde. Se vogliamo attraversare indenni questa parte della Valle Morta dobbiamo evitare di produrre alcun rumore”.
“Non hai una magia per questo?” Chiese Pohrr con gli occhi umidicci dal terrore “Non mi muovo proprio come una silfide; sono grande, grosso e ingombrante, io”.
“Non sprecherò la mia magia per queste bazzecole, sarà sufficiente un passo felpato”.
Il tentacolo, dopo essersi rigirato tastando l’area intorno a sé in maniera del tutto casuale, rientrò nella sua tana con un cupo boato.
“E adesso?” Sussurrò Pohrr; quel silenzio irreale lo terrorizzava ancora di più “Dove mettiamo i piedi senza calpestare il nido di uno di questi mostri?”
“Domande, sempre domande. A dire il vero i tentacoli sono centinaia ma le bestie che li possiedono sono solo una decina, ben protette da svariati cubiti di nuda roccia. Queste cose non si nutrono soltanto di viandanti o di animali erranti inebetiti dai vapori tossici di queste fumarole ma anche degli stessi ghoul, motivo per il quale i già-morti sanno di certo qual è il passaggio sicuro per attraversare indenni il gruppo di tane dei mastini”.
Pohrr non disse nulla ma dal suo sguardo Algernon comprese che il giovane guerriero non aveva capito nulla; trasse un corposo respiro: “I ghoul non sono creature molto sveglie e la loro memoria è davvero debole; seguono solo due istinti naturali: mangiare e proteggersi. Penso che abbiano segnato il percorso, dobbiamo soltanto scoprire come”.
Algernon si guardò intorno socchiudendo gli occhi, poi squadrò il terreno davanti a sé controllandolo palmo dopo palmo.
“Ecco una traccia”.
“Dove? Io non vedo nulla”. Replicò Pohrr, sempre sottovoce per non disturbare le creature in veglia sotto di loro.
“Non c’è nulla chi i tuoi sensi possano percepire, ma i ghoul del tormento rilasciano tracce ormonali che è in grado di recepire soli un altro ghoul, un po’ come gli sciami d’api o le colonie di formiche”.
“Cosa sono gli “ormonali?” Chiese perplesso Pohrr.
“Adesso non ho il tempo di spiegarlo, vieni, dobbiamo andare”.
Seguendo la traccia visibile solo a lui Algernon mise il piede destro avanti e, alzandolo opportunamente perché non strisciasse sul terreno urtando un sasso, portò anche il sinistro. Ripeté l’operazione alcune volte prima di voltarsi verso il tronco immobile che era Pohrr.
“Vieni, e metti i piedi esattamente dove li metto io; la traccia non mi è molto chiara quindi non abbiamo grossi margini di manovra”.
Dopo quelle incoraggianti parole Pohrr decise che era ora di muoversi. Estrasse dalla fondina Graeting la mutilatrice, brandendola con due mani.
“E’ per darmi equilibrio”. Disse ad Algernon che lo guardava con un sorrisetto malizioso.
Erano a metà del loro percorso e mettere esattamente i piedi dove li aveva posati Algernon poco prima era per Pohrr abbastanza disagevole. Se la situazione non fosse stata così pericolosa probabilmente il giovane avrebbe riso di se stesso e di come ruotava lentamente le caviglie e il busto, o di come alzava dolcemente la gamba per il prossimo passo, come una ballerina di danza classica rinchiusa nel corpo di un energumeno.
Di colpo un rumore alle loro spalle li scosse, dal sentiero da cui erano scesi poco prima stava arrivando di gran carriera un cucciolo di daino lanoso, forse stava fuggendo dall’agguato di un lupo delle caverne nel margine esterno della foresta di Fulcke.
L’ignaro daino arrivò fino alla piana, poi si fermò e si voltò; il lupo non lo stava più seguendo, evidentemente riteneva di averlo seminato. Fissò con quei suoi grandi occhi neri Pohrr e Algernon paralizzati dalla paura; decise che non erano un pericolo immediato e che non aveva alcuna voglia di tornare nel bosco, quindi saltellò di lato, lontano da loro. Un sordo boato, la terra si mosse sotto i piedi dei nostri eroi mentre un paio di quei tentacoli scuri scattarono all’infuori ghermendo il cucciolo di daino che quasi non si accorse di nulla. In effetti quella zanne dovevano contenere un qualche tipo di veleno paralizzante perché il povero animale provò a girare la testa in cerca di aiuto ma il suo sguardo vitreo si velò subito di una patina bruna. Il tentacolo che era riuscito ad afferrarlo si contorse più volte intorno al corpo del daino e, come un serpente costrittore, strinse con forza la povera preda che morì soffocata.
Poi dal terreno uscì una strana propaggine, come il pungiglione di una vespa, che punse in profondità l’animale morto. Da una specie di canale pulsante iniettò qualcosa che sciolse all’istante la carcassa dell’animale. La pelliccia sembrava solo un otre pieno s’acqua quando lo stesso canale si mosse in senso inverso: il mastino stava risucchiando gli umori sciolti!
Dopo pochi istanti, che a Pohrr sembrarono ore, il tentacolo e il pungiglione rientrarono, lasciando sul terreno soltanto la vuota pelle del daino.
“Adesso almeno sappiamo con chi abbiamo a che fare”. Disse Algernon ancora di più sottovoce.

Edited by Alfredo Canovi - 24/8/2018, 19:26
 
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view post Posted on 24/8/2018, 16:12     +1   -1
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Si legge speditamente e sa trasportare.
Qualche appunto sulla tecnica:
ho vissuto l'esperienza di lettura da osservatore esterno, senza cioè immedesimarmi in uno dei personaggi;
ho trovato incoerente con la buona fattura del pezzo le espressioni "i nostri eroi".

In ogni caso un bel pezzo, da leggere e sognare.

Edited by Corrado Allegro - 24/8/2018, 20:06
 
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Alfredo Canovi
view post Posted on 24/8/2018, 18:24     +1   -1




Grazie Corrado per gli appunti, sai che sono sempre bene accetti.
E' un vero piacere essere tornati...
Al
 
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view post Posted on 24/8/2018, 19:02     +1   -1
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Vai allora, ci sono altri mondi oltre a questo

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Segno, e quando ho tempo leggo! :D
 
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view post Posted on 25/12/2018, 02:15     +1   -1
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Ho letto, e mi piace :)
Mi piace come descrivi Pohrr: non il solito guerriero-fantasy, legnoso e tracotante, ma un normale, credibile essere umano, fatto di paure e sentimenti manifesti, che non si prende troppo sul serio, arrivando anche a farmi sorridere.
E mi piace il mago, sebbene, scaltro e misterioso come lo hai creato, mi ricordi altri maghi fantasy. Tuttavia ho l'impressione che prometta bene anche lui ;)
Quello che, però, mi è piaciuto di più, è il tono con cui narri: niente a che spartire con quella robaccia odiosa e melensa pseudo-epica adottata dal 99,8% dei fantasy in circolazione (e ho scritto virgola otto soltanto perché a Natale siamo tutti più buoni :rolleyes:), ma un tono semplice, quasi umile che mi ha subito conquistata.
Ma non fraintendermi: io adoro il fantasy. Ritengo però - e con eccessivi esempi stampati - che sia il genere più difficile in assoluto da scrivere e quello più sottovalutato in assoluto dagli scrittori, soprattutto dagli scrittori emergenti.
Il fatto che sia il genere più difficile da concepire (insieme forse alla fantascienza), mi mette in condizione di totale rispetto nei suoi confronti, e nei confronti di chiunque dimostri di saperlo "maneggiare".
In questo assaggio che hai voluto regalarci, mi è sembrato che tu ne abbia una certa consapevolezza :)
 
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Alfredo Canovi
view post Posted on 27/12/2018, 11:51     +1   -1




Ti ringrazio di cuore per esserti presa il tempo di leggere.
Il mio modo di scrivere sta subendo un'evoluzione, grazie anche ai consigli che mi hai dato tu; comprendo bene la difficoltà del genere fantasy, far sembrare plausibili situazioni che non lo sono è difficile e, se ti prendi troppo sul serio e non ti chiami Tolkien...o Martin diventa ancora più difficile. Per questo spazio in molti generi, tra i quali quello "divertente", per non focalizzarmi troppo su qualcosa.
Devo aggiungere che Pohrr è il personaggio principale del romanzo dal titolo provvisorio "Abraxa", qual quale ho estrapolato alcuni brani, non tanto per portare alla vostra attenzione l'intero racconto, che peraltro neppure è completo, ma solo per mostravi il mio stile...tutto qui, per questo i tuoi consigli mi sono così utili.
Alfredo
 
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5 replies since 23/8/2018, 18:28   85 views
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