Forum per scrittori: La vetrina dello scrittore esordiente

trent' anni

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view post Posted on 22/3/2018, 14:05     +1   -1
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Penna di legno
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Che Janette non fosse una donna amata lei stessa lo sapeva, ma in tutti quegli anni non se ne era mai fatta un vero problema.
Le piaceva rimanere da sola, poichè trovava il silenzio molto più interessante dei discorsi di molte persone, e crescendo si era pure resa conto che stando da soli non si soffriva.
Che c'entra, spesso le era mancata una presenza al suo fianco con cui discutere e far prevalere le proprie ragioni, ma dopo la morte di Matheus, non ne aveva più voluto sapere.
Matheus era l'unico al mondo che la potesse capire: non la rimbeccava se la domenica non andava alla messa, non le diceva di stare in casa a pulire e a badare i bambini, non le aveva mai vietato di indossare i pantaloni.
La loro casa colonica era lontana da tutte quelle degli altri, era immersa in campi di girasoli di estate ed aveva una piccola fattoria sul retro.
Lontani dagli occhi indiscreti erano riusciti a tirare su il loro piccolo angolo di paradiso, lontano da tutti quei rapporti sociali e da tutte le regole che la loro società imponeva.
Si erano amati davvero moltissimo, a livelli morbosi, così tanto che alla fine avevano pure deciso di dare dei nomi al loro amore: erano nati così Camille, Ginevra e Artuas.
I tre bambini avevano condotto una vita semplice ma con tutto quello che si poteva desiderare, la scuola se l'erano fatta in casa, con una maestra ad ore, una di quelle che viene a spiegarti qualunque cosa, dal ricamo all'aritmetica.
Janette li lasciava volentieri con l'educatrice, a lei i bambini non piacevano sul serio, li trovava fastidiosi e troppo avidi di attenzioni: Matheus non voleva dividerlo con nessuno, nemmeno con loro.
Scendeva i paese poche volte al mese, forse un paio, giusto per ritirare della posta o comprare delle stoffe con cui confezionare vestiti.
Dopo la guerra Matheus non rietrò più a casa.
Nemmeno la sua salma era in condizioni di affrontare un viaggio.
Janette si chiuse in se stessa, non trovando più alcuna ragione di vita ed abbandonando il poco che la collegava al mondo esterno.
Pure i bambini una volta cresciuti se ne andarono, con una madre del genere si sentivano orfani fino dall'età dei pannolini.
Ci fu anche un grande bisticcio in famiglia che arrivò fino alle orecchie del prete, si vociferava che Artuas avesse alzato la voce con la madre e che prese le sorelle più piccole con se, se ne fosse andato senza salutare con la promessa di non tornare mai più.
Janette era rimasta finalmente sola nella sua grande ed accogliente casa colonica, passava le giornate a ricamare, ascoltare musica e a dipingere.
Di inverno le piaceva accendere il camino, sentirne lo scoppiettio ed abbrustolirci le castagne.
Fu durante una di quelle notti di solitudine che qualcuno le portò via il respiro e la vita.

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"...ed adesso veniamo alle notizie di cronaca," comincia la conduttrice
" la famiglia Border stamani si è ritrovata con una lettera da parte della banca in cui si notificava che la loro proprietà era stata messa all'asta poichè non venivano pagate le bollette da anni. Il signor Artuas incredulo ha detto che la casa era di sua madre e che lui non ci aveva mai avuto mai nulla a che fare con le faccende della famiglia, ma a quanto pare la risposta è stata incredibile; La signora Janette è stata trovata in salotto in decomposizione, si stima che la sua morte sia avvenuta circa trent'anni fa, e adesso i figli dovranno rispondere di abbandono di incapace. Infatti parlando con il vicinato, è venuto fuori che Janette era una donna scorbutica, cattiva e solitaria, probabilmente depressa e con qualche squilibrio da quando il marito era morto durante la guerra.
La cosa che ci stupisce è che i figli non abbiano mai trovato il tempo di chiamare o fare una visita alla madre. E' triste pensare di morire nell'indifferenza di tutti, anche dei familiari."
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view post Posted on 22/3/2018, 20:57     +1   -1
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La prima cosa che mi viene in mente di chiederti è scontata: è soltanto un assaggio e poi verrà il resto, oppure è un lavoro finito? :)
Domanda che nasconde tutta una serie di riflessioni legate alla trama che hai voluto condividere, ma che senza una risposta non mi sento di portare alla tua attenzione (principalmente perché potrei dire caxxate immonde :lol:).
Al di là di questo, sono felice di vedere che hai ripreso a scrivere, ancor di più sapendo che hai voluto condividere con noi il tuo scritto! :D
 
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view post Posted on 22/3/2018, 21:41     +1   -1
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Penna di legno
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Ciao Terry,
Allora vorrei darti una risposta ma credo prima di doverci riflettere.... ahahahah!
Ti spiego, l'idea è partita da una notizia del tg, dove si diceva che un uomo è stato trovato morto e in decomposizione dopo sette anni che era sparito (e pure depennato dall'anagrafe visto che era irreperibile da anni!)
Mi è venuto subito in mente che è impossibile che una persona muoia/scompaia senza che nessuno se ne accorga e che la cerchi.
Che razza di persona viene dimenticata a tal punto? Quanto siamo indifferenti verso le persone che ci circondano? Ed i figli? Cosa hanno combinato questi personaggi nella loro vita per essere "nessuno" anche per il sangue del loro sangue?

Ci ho pensato e ho provato a scrivere qualcosa.
Poi ho cancellato.
Ho riscritto.
Ho premuto canc di nuovo e alla fine sono arrivata a queste poche righe, che vogliono dire tutto e allo stesso tempo lasciano spazio per qualcos'altro'
Perché "fu durante una di quelle notti di solitudine che QUALCUNO le portò via il respiro e la vita"
Potrebbe essere un giallo, potrebbe svilupparsi la storia dei figli, quella di janette, si potrebbe ricamare sopra qualunque cosa...
Oppure lasciarla così, come un fatto di cronaca di una donna morta, odiata a tal punto da essere dimenticata per trent'anni.



P.s. vorrei aver più tempo di scrivere e di frequentare il forum, mi mancate ❤
 
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view post Posted on 22/3/2018, 22:34     +1   -1
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L'idea secondo me è ottima.
Le domande che ti sei posta e che poi hanno portato a maturare questa mini-trama (che sì, potrebbe tranquillamente essere l'incipit per un romanzo!, non soltanto per un racconto) sono giuste e sacrosante, e anche questo inizio di sviluppo promette benone :D
Tieni però conto che non si può parlare di "decomposizione" dopo trent'anni, a un lasso di tempo così lungo sopravvivono soltanto le ossa... e non è neppure detto, dipende dalle condizioni climatiche del luogo in cui c'è il cadavere (o ciò che ne rimane). Se, per esempio, è troppo umido o troppo secco, se è soggetto a sbalzi di temperatura, a passaggi di animali. La decomposizione è il deterioramento dei tessuti molli, quindi della carne, dei muscoli, anche delle cartilagini in caso di decomposizione avanzata, ma dura all'incirca dieci-quindici anni se il corpo è sotterrato, mentre se è lasciato all'aria aperta impiega un paio d'anni o poco più. Dentro una casa, si potrebbe stimare una media approssimativa di sette anni, dieci nel caso in cui l'habitat abbia una percentuale di umidità molto bassa e non sia frequentato da bestiole (gatti, cani, topi, scarafaggi, formiche, mosche... le forme di vita più diffuse dentro una casa di campagna).
Altra cosa che potresti valutare è l'accusa di abbandono di incapace, che si ha nel caso in cui i servizi sociali (o chi per loro, in italia credo se ne occupino i carabinieri ma non ne sono affatto sicura) abbiano effettive prove dell'incapacità del soggetto; prove come referti clinici che l'attestino e/o le testimonianze dei medici curanti... le sole testimonianze dei vicini di casa sull'eccentricità di Janette non sarebbero sufficienti a tenere in piedi un'accusa simile, soprattutto dopo 30 anni dalla sua morte.
Ti propongo questi spunti di riflessione con l'intento di stuzzicare la tua fantasia a dare una forma più concreta alla trama... potresti pensare, per esempio, di abbassare un poco i tempi in modo di farci rientrare tutto (la decomposizione e l'accusa di abbandono d'incapace), oppure tenerli proprio così come li hai concepiti e trovare spiegazioni più arzigogolate, da rivelare poco a poco al lettore, per quelle che a un primo impatto potrebbero sembrare incongruenze "tecniche" ma che, invece, potrebbero rivelarsi ottime fonti di tensione narrativa :)
Insomma, secondo me è un incipit davvero valido... dovresti proprio coltivarlo! ;)

E, oramai lo sai, anche tu ci manchi tanto! Ma è bello anche ritrovarti "a sorpresa", con queste tue visite en-passant :wub:
 
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3 replies since 22/3/2018, 14:05   37 views
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