/!\ Ultraveterano della Vetrina
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| Icona sparita dall’altare del mondo.
Oggi l’icona della donna madre è andata fuori moda. Grazie anche al femminismo che ha messo in luce altri, importanti, aspetti della femminilità, oggi abbiamo la donna che lavora , che è parte attiva nella società e nella politica . Insomma la donna si è infilata ,metaforicamente, i pantaloni e ha fatto vedere ai maschi che non è solo una riproduttrice di comodo, atta a mandare avanti il mondo. Riproduttrice di comodo, ma è tutto lì? Potrebbe dunque venire sostituita da qualche diavoleria di quelle che sanno fare tutto? In fondo, basterebbe mischiare un po’ di sperma con un ovulo in una provetta, poi trasferire il tutto in una specie di grembo metallico, sorvegliare il prodotto con l’attenzione che merita e voilà il bimbo è bello e pronto. Però, a questo punto , bisogna soffermarsi un attimo a capire se “è davvero tutto lì”. Una madre è solamente una macchina sforna bambini , con l’ausilio di un marito o qualcosa che gli somigli? Direi che l’esperienza comune della presente generazione (magari l’ultima a goderne) parla di tutt’altro. Alzi la mano, uomo o donna che sia, se non è stata la madre il suo primo amore e se la nostalgia del seno, colmo di quella meravigliosa miscela di latte e di amore, non sia rimasta a segnare tutta la sua vita con un desiderio di qualche cosa che sostituisca quella primordiale felicità. Desiderio che mi piace definire “di fusione fisica e di comunione spirituale.” Il cibo e l’amore sono una coppia , che almeno nell’immaginario inconscio, è indissolubile. Il mio corpo ha bisogno di mangiare e di fondersi. La mia anima ha bisogno , a sua volta, di quella fusione che si chiama comunione degli spiriti. Secondo me, ogni ricerca di felicità presuppone quel modello anche se viene rivolto agli oggetti più disparati e spesso inadeguati alla richiesta e, sovente, nocivi e pericolosi. Mi rendo conto che queste dissertazioni sanno di antiquariato o di sacrestia, e che , se qualcuno, dovesse leggerne, troverebbe l’argomento superato e noioso. Pazienza! A me piace dire ciò che penso e dopotutto qualcuno potrebbe essere perfino d’accordo con me.
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