Forum per scrittori: La vetrina dello scrittore esordiente

La "voce" dello scrittore, Caratteristica unica o tecnica apprendibile ?

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view post Posted on 7/12/2016, 23:00     +1   -1
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Si è parlato in questi giorni della "voce dello scrittore", intesa come una caratteristica del narrare assolutamente unica e non replicabile da altri.

Sapevate dell'esistenza di questa caratteristica ?
Avete un'idea precisa di cosa sia ?
Pensate che si possa modellare la nostra "voce" ?
 
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view post Posted on 8/12/2016, 15:04     +1   -1
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Penna di diamante

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CITAZIONE (Corrado Allegro @ 7/12/2016, 23:00) 
Si è parlato in questi giorni della "voce dello scrittore", intesa come una caratteristica del narrare assolutamente unica e non replicabile da altri.

Sapevate dell'esistenza di questa caratteristica ?
Avete un'idea precisa di cosa sia ?
Pensate che si possa modellare la nostra "voce" ?

Sì, come ho già detto in un'altra discussione, la voce è diversa dallo stile.
Lo stile ha a che fare con l'aspetto puramente sintattico e lessicale. La voce invece va intesa sotto una molteplicità di aspetti: contenuti, visione del mondo, tecnica narrativa, genere, fonti utilizzate...
Ci sono secondo me una serie di modi per definire la voce. E' un tratto inconfondibile, qualcosa che mi permette di dire: "Questo testo l'ha scritto Tizio e non Pinco Pallino".
Per trovare la propria voce ci vogliono anni di intenso lavoro e tante sperimentazioni letterarie.
Per esempio, nei miei primi romanzi io non avevo uno stile perché non sapevo nemmeno cosa fosse lo stile, ma da un certo punto di vista era meglio che le mie conoscenze letterarie fossero scarse, e questo perché il mio modo di scrivere era assolutamente originale, spartano ma originale. Poi ho attraversato la fase dell'imitazione dei classici, a incominciare da quelli ottocenteschi. Ma anche questa era una fase tipica degli esordienti: farsi influenzare dai grandi autori è normalissimo. Si prendono i grandi autori come modello per esercitarsi a scrivere ma a un certo punto la personalità dello scrittore deve emergere e quelle letture saranno visibili soltanto in filigrana.
Con la maturità ho trovato un modo di scrivere che mi identifica, ma ci sono voluti tanti anni per arrivare a questo risultato.
 
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view post Posted on 8/12/2016, 17:06     +1   -1
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Quindi, se volessimo dare una definizione breve, sarebbe il risultato della cultura, compresa quella letteraria, e del proprio vocabolario i quali però, per ottenere un risultato letterario eccellente, non devono necessariamente essere forbiti o particolarmente ricchi, devono semplicemente "piacere al lettore".

Correggimi se sbaglio o formula tu una definizione più appropriata; con il consenso di Hamartia e con l'aiuto di tutti, vorrei creare un vademecum, una sorta di foglio esplicativo per la scheda di recensione.
 
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Lisae~
view post Posted on 8/12/2016, 17:14     +1   -1




Bellissima questa "voce dello scrittore", solo adesso ne colgo il senso.
 
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view post Posted on 8/12/2016, 17:45     +1   -1
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Penna di rame

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Ho appena preso in prestito un libro (The Gotham Writers' Workshop - Writing Fiction, Steele, A. ed.) in cui figura un capitolo sulla voce.
Ne riassumo una parte.
La voce dello scrittore e' un ossimoro. Quanto rumore puo' fare un mucchio di segni neri su un pezzo di carta?
Ma la voce dello scrittore e' cio' che il lettore sente in testa mentre legge, e' il suono della storia.
In ogni solido pezzo di narrativa c'e' una voce che unifica l'opera al di sopra delle singole voci dei personaggi. E' quella che continua a esistere nella testa del lettore anche una volta finito il libro. E' la voce del narratore.
Se tutte le opere di uno scrittore hanno lo stesso tono, i lettori lo identificheranno con la voce dello scrittore. Ma i migliori scrittori si concentrano su una voce diversa per ogni opera che scrivono.
...
Un giorno un critico letterario magari esaminara' gli elementi in comune a tutte le vostre varie opere e scrivera' un articolo che definisce la vostra voce di scrittore. Fino ad allora il vostro compito e' di concentrarvi sulla voce di ogni vostra opera individuale.

Poi continua definendo i vari tipi di voce:
Colloquiale (Mark Twaine in Huckleberry Finn)
Informale (Raymond Carver in Cathedral)
Formale (Leo Tolstoy in Master and Man o l'incipit di Garcia Marquez in Cento Anni)
Cerimoniale (Dickens in Oliver Twist)
Lirica (Kerouac On The Road)

Ecc ecc ecc

A mio avviso, corrisponde al tono della voce narrante. Ma insieme ai temi e agli elementi del romanzo, diventa propria di ciascun autore.
Potrebbe corrispondere all'arrangiamento musicale?
 
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view post Posted on 8/12/2016, 18:48     +1   -1
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:o: wow, è interessantissimo !

Non credevo ci fossero così tante sfaccettature su un singolo elemento.
 
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view post Posted on 8/12/2016, 18:55     +1   -1
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CITAZIONE
La voce invece va intesa sotto una molteplicità di aspetti: contenuti, visione del mondo, tecnica narrativa, genere, fonti utilizzate

D'accordissimo.

Secondo me appunto la cosiddetta voce è il marchio di fabbrica che caratterizza le opere di un autore, che esprime i capisaldi della sua letteratura, tali che i lettori, i critici, i recensori e la società in generale associno a quell'autore tematiche definite, denunce, contesti.
Esempio pratico: Philip Roth.
Nel mancato Premio Nobel la voce dell'autore si fa sentire sull'essere un ebreo americano negli anni della seconda guerra mondiale e nel dopo guerra, sulle discriminazioni che ne seguono, sul rapporto tra genitori e figli, sulla sessualità.
Ovviamente senza tralasciare lo stile.
Un Roth lo si riconosce subito, è inconfondibile.
 
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view post Posted on 15/12/2016, 09:39     +1   -1
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C'è qualcuno tra voi che se la sente di creare una definizione della "voce" ?
Dovrebbero essere poche parole e saranno usate per creare il foglio esplicativo della scheda di recensione alla quale Hamartia sta lavorando.
 
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view post Posted on 4/10/2022, 12:49     +1   +1   -1
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Il Cavaliere Nero

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Per quel che vale, io la chiamo invece "autorialità", o "vena autoriale", ma la sostanza non cambia.
Si tratta di una miriade di elementi, alcuni più importanti, altri più marginali, che definiscono la visione d'insieme di un artista (non solo degli scrittori).
Per fare un esempio cinematografico, un film di Cronenberg o di Tarantino si riconosce subito. Anch'io come Palestrione ho impiegato parecchi anni non solo a trovare un mio stile, ma anche una mia autorialità, che spesso è in parte anche frutto delle influenze di altri artisti su di noi.
 
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view post Posted on 9/10/2023, 07:20     +1   +1   -1
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È molto interessante il fatto che nessuno inserisca la variabile "vita privata" tra le influenze sul proprio stile.
È perché non viene percepita come variabile oppure, più semplicemente, l'arte viene vissuta come una fuga dalla "vita reale" e si tende a ignorarne di proposito il potere di influenzare la creatività?
 
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view post Posted on 19/10/2023, 12:57     +1   +1   -1
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Il Cavaliere Nero

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CITAZIONE (Corrado Allegro @ 9/10/2023, 08:20) 
È molto interessante il fatto che nessuno inserisca la variabile "vita privata" tra le influenze sul proprio stile.
È perché non viene percepita come variabile oppure, più semplicemente, l'arte viene vissuta come una fuga dalla "vita reale" e si tende a ignorarne di proposito il potere di influenzare la creatività?

Posso parlare solo per me, ma almeno nel mio caso se non la menziono è perché do sempre per scontato che il vissuto personale influenzi la propria personalità e la propria visione del mondo, ergo, in maniera indiretta finisce per influenzarci anche dal punto di vista artistico.
 
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