CITAZIONE (Terry Taylor @ 14/10/2017, 13:01)
Purtroppo non è così
Ogni animale, uomo compreso, quando ha paura attacca;
Mica tanto. La maggior parte degli animali quando ha paura scappa, persino quelli che avrebbero i mezzi per affrontare la minaccia (grossi felini, orsi, serpenti, e via dicendo).
L'attacco è un'ultima ratio quando non c'è spazio o tempo per la fuga (sempre a livello generale).
Altri si proteggono, altri si mimetizzano.
Insomma, animali che attaccano quando spaventati non sono poi così tanti, e sono sempre influenzati da fattori come la protezione dei cuccioli, del territorio, la fame, ecc.
CITAZIONE
non è una mia riflessione ma un dato scientifico riportato dall'etologia (cioè la scienza che studia il comportamento animale) e dalla sociologia. La paura specifica di cui parlano le scienze non è di una minaccia e/o ostilità aperta, ma di ciò che non si conosce, che non rientra nelle abitudini quotidiane. La curiosità è, al contrario, indice di apertura mentale. Paura e curiosità sono in pratica due opposti comportamentali: il cucciolo - di qualsiasi razza, compresa quella umana - che è privo di abitudini e di un bagaglio di conoscenze, usa la curiosità per apprendere e conoscere, per questo si avvicina anche ai pericoli senza un istinto belligerante. Un adulto, invece, accoglierà tutto ciò che gli è ignoto con ostilità e chiusura, preparandosi a un eventuale attacco per proteggersi da ciò che non conosce.
Esatto, ma pensaci: il cucciolo non conosce (è ignorante) e quindi è mosso da curiosità.
L'adulto SA che cosa è pericoloso e che cosa no, e di conseguenza reagisce scappando o aggredendo. Quando non conosce la fonte della minaccia, fugge o aggredisce perché SA che ci sono cose che per lui possono rappresentare un pericolo, e non può permettersi il lusso di dire "sperimentiamo" (con tutte le eccezioni del caso).
Questo per ribadire un punto sul quale tempo fa eravamo stati abbastanza concordi, cioé che
forse l'uomo non si è ancora liberato dei suoi istinti primordiali, non è ancora evoluto al punto giusto: dunque perché scandalizzarsi o arrabbiarsi se un comportamento del tutto naturale come la xenofobia si manifesta?
Bisognerebbe invece agire di buon senso e con metodo scientifico (del quale sono vivido sostenitore) per evitare che questi meccanismi si inneschino.
CITAZIONE
Mah, io credo d'essere diventata "razzista" verso gli italiani... In generale, mi sento abbastanza misantropa nei confronti dell'umanità tutta, eppure non riesco a fare, come si suol dire, di un'erba un fascio, cioè posso odiare l'umanità al gran completo ma non l'individuo singolo con cui ho a che fare... il tabbaccaio, la commessa del supermercato, i conoscenti e gli amici, le persone che mi circondano. Lo stesso, credo, mi succederebbe andando in un altro Paese, del quale magari detesto cultura e usanze.
Questo punto è interessantissimo, perché è proprio uno dei cardini delle mie idee sul mondo sociale.
E' del tutto NORMALE che si provi simpatia, rispetto e amicizia per le singole persone che si incontrano e che fanno parte della nostra vita, anche in una realtà che possiamo detestare.
Questo perché l'uomo è fatto per ragionare su ciò che conosce, su ciò di cui ha esperienza diretta, NON sui grandi fenomeni, sulle ideologie e sugli assoluti universali.
A me non piace la cultura musulmana, ma uno dei miei migliori amici è musulmano. Io lo rispetto in quanto tale, mi affascina anche la sua diversità, e non mi sognerei mai di non considerarlo un amico solo perché è musulmano.
Ma avere un buon amico musulmano NON implica in alcun modo che io debba considerare tutti i musulmani del mondo con rispetto e affetto, perché "i musulmani" sono un insieme di parecchi milioni di persone, ognuna con le proprie caratteristiche, storia personale, pensieri, idee e quant'altro.
Il rispetto e l'amicizia sono valori che vanno conquistati, tra una persona e l'altra, con l'interazione e la volontà reciproca.
Soprattutto sono valori che l'uomo attribuisce a SINGOLI individui, NON alle collettività in nome di grandi ideali di apertura mentale, cosmopolitismo e quant'altro.
Chi vive di assoluti va contro natura. E' lui/lei il deviante, non chi segue gli istinti in maniera più o meno becera.
Sono la ragione e l'osservazione scientifica, Illuminismo docet, a insegnarci questo!
Ed è molto importante capire questo punto cardine del mondo.
A parer mio.