Forum per scrittori: La vetrina dello scrittore esordiente

Viaggiare ci rende liberi

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view post Posted on 14/10/2017, 02:19     +1   -1
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Penna d'aquila

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CITAZIONE (Terry Taylor @ 13/10/2017, 18:38) 
Sebbene entrambi i fenomeni derivino da una totale chiusura mentale (e da parecchia ignoranza), concordo. A mio parere è più grave il "razzismo", ma non escludo che parta da una base di xenofobia; ogni volta che l'uomo si trova di fronte qualcosa che gli fa paura ha un'unica reazione, la stessa da quando viveva nelle caverne, nulla è cambiato: attacca. Proprio come ogni altro animale. Non siamo superiori neppure agli altri animali, a mio avviso, eppure rispetto a loro dovremmo possedere il raziocinio, proprio per evitare di scattare ad armarci fino ai denti ogni volta che temiamo qualcosa o qualcuno. Poiché dotati di raziocinio, dovremmo quanto meno erudirci, documentarci prima di dichiarare guerra all'invasore :rolleyes:

C'è del vero, in questo.
Ma attenzione.
Il fatto che l'uomo attacchi quando ha paura di qualcosa prevede una conoscenza di base, un'esperienza, e l'esperienza non è mai ignoranza.
Si attacca ciò che si percepisce come ostile, dannoso o pericoloso, ma una cosa la si considera tale solo se la si conosce, anche di striscio, anche in maniera parziale o incompleta o erronea.
Quando una cosa non la conosci affatto, c'è curiosità. C'è interesse. La curiosità e l'interesse sono i sintomi della vera ignoranza: non sai, quindi ti avvicini. Come fanno i cuccioli di cane coi serpenti, e finiscono per farsi mordere.

CITAZIONE
Mah, ti dirò! Io non riconosco più la destra dalla sinistra perché, a sentirli parlare, dicono tutti le stesse cose dandosi in culo gli uni con gli altri. Non sarei così sicura del fatto che sia la sinistra ad accusare d'ignoranza la destra, invece sono certissima di una cosa: il popolo italiano tutto ha un'ignoranza abissale. E per ignoranza non intendo il semplice "non aver studiato", quello anzi è un'attenuante all'ignoranza. A farmi schifo ma veramente schifo sono tutti quei pezzi grossi e, in generale, chiunque si esponga al pubblico in qualsiasi modo e non sa mettere una parola d'italiano dietro l'altra. Quella gentaglia lì, secondo me, è la rappresentazione vivente dell'ignoranza: non persone che non hanno potuto studiare, ma persone che, pur avendo studiato o comunque ricoprendo cariche in cui la cultura dovrebbe essere fondamentale, si dimostrano capre ogni volta che aprono bocca. Il mio è un discorso apolitico, rivolto a chiunque.

Preciso una cosa importante che mi rendo conto di dare per scontato (sbagliando).
Quando parlo di destra o di sinistra non mi riferisco mai alla politica professionista, della quale ho ribrezzo (quella italiana, ovviamente).
Mi riferisco alla politica di popolo, alla voce di questo o quello persona qualunque, amico, conoscente, contatto facebook, la gente comune.
Che di solito mi fanno salire il nazismo anche più dei politici veri.

CITAZIONE
Anche se non ce n'è bisogno, specifico che non ti ho dato dello xenofobo :P

Ma in realtà lo sono anche, in parte, per cui non lo prendo certo come un insulto. :D
Anche perché non credo di essere un ignorante: se la xenofobia fosse sintomo di ignoranza avremmo una contraddizione non da poco.
Anzi, se devo dirla tutta, la mia sfiducia e strisciante ostilità verso determinate culture è scaturita col tempo proprio avendo studiato e approfondito molti aspetti dell'umanità e della sociologia.
Non è detto che conoscere qualcosa ti porti ad amarlo, affatto.


CITAZIONE
Mi piacerebbe conoscere altre realtà. Non lo faccio semplicemente perché, una volta avuta la conferma che l'italia è un posto di merda in cui nessuno dovrebbe mai vivere, l'obbligo a dover stare in questo schifo mi diventerebbe ancor più intollerabile, rischierei di consumare i miei giorni restanti in una condizione ancor più amareggiata e rabbiosa di quella che già coltivo senz'aver maturato una reale consapevolezza di quanto schifo siamo costretti a ingoiare per stare in questo bel paese.
E se per caso, mettendo il naso fuori dall'italia, scoprissi che si sta come se non peggio che qui? Sarebbe intollerabile pure questo. Oggi posso fantasticare sulla vita fuori da qui, ma se venisse a crollarmi anche questa speranza che altro mi rimarrebbe? :rolleyes:
Per questo preferisco trincerarmi dietro questi confini, per spregevoli che mi siano.

Credimi che queste cose le capisco e le stimo dal profondo, perché sono di una sincerità disarmante e che apprezzo.
Io ho motivazioni differenti: l'Italia mi piace, vivo in una realtà tutto sommato positiva e, come dissi in precedenza, sono molto legato al concetto di identità culturale. Questo Paese è il mio, ci sono nato, ci vivo, lo vivo, piuttosto lo sopporto, ma non voglio in alcun modo avvelenarmi l'esistenza vivendo male una realtà che è la mia, volente o nolente.

Ci sono naturalmente cose che mi suscitano uno schifo viscerale come a te: dubito però che si tratti delle stesse cose, e questo potrebbe essere un indizio di come la medesima realtà possa essere vissuta in maniera profondamente diversa.
Un esperimento sociologico, direi. :P
 
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view post Posted on 14/10/2017, 12:01     +1   -1
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CITAZIONE (« Soldier of Fortune » @ 14/10/2017, 03:19) 
Il fatto che l'uomo attacchi quando ha paura di qualcosa prevede una conoscenza di base, un'esperienza, e l'esperienza non è mai ignoranza.
Si attacca ciò che si percepisce come ostile, dannoso o pericoloso, ma una cosa la si considera tale solo se la si conosce, anche di striscio, anche in maniera parziale o incompleta o erronea.
Quando una cosa non la conosci affatto, c'è curiosità. C'è interesse. La curiosità e l'interesse sono i sintomi della vera ignoranza: non sai, quindi ti avvicini. Come fanno i cuccioli di cane coi serpenti, e finiscono per farsi mordere.

Purtroppo non è così ^_^
Ogni animale, uomo compreso, quando ha paura attacca; non è una mia riflessione ma un dato scientifico riportato dall'etologia (cioè la scienza che studia il comportamento animale) e dalla sociologia. La paura specifica di cui parlano le scienze non è di una minaccia e/o ostilità aperta, ma di ciò che non si conosce, che non rientra nelle abitudini quotidiane. La curiosità è, al contrario, indice di apertura mentale. Paura e curiosità sono in pratica due opposti comportamentali: il cucciolo - di qualsiasi razza, compresa quella umana - che è privo di abitudini e di un bagaglio di conoscenze, usa la curiosità per apprendere e conoscere, per questo si avvicina anche ai pericoli senza un istinto belligerante. Un adulto, invece, accoglierà tutto ciò che gli è ignoto con ostilità e chiusura, preparandosi a un eventuale attacco per proteggersi da ciò che non conosce.
CITAZIONE
Ma in realtà lo sono anche, in parte, per cui non lo prendo certo come un insulto. :D
Anche perché non credo di essere un ignorante: se la xenofobia fosse sintomo di ignoranza avremmo una contraddizione non da poco.
Anzi, se devo dirla tutta, la mia sfiducia e strisciante ostilità verso determinate culture è scaturita col tempo proprio avendo studiato e approfondito molti aspetti dell'umanità e della sociologia.
Non è detto che conoscere qualcosa ti porti ad amarlo, affatto.

Il discorso credo sia più complesso di quanto io l'abbia messo giù.
Sebbene finora mi sia riferita alla xenofobia come a un fenomeno sociale, di fatto è una sindrome psicologica; tutte le fobie a oggi hanno origine ignota, sono incontrollabili e apparentemente immotivate (non è dimostrato che risalgano a traumi, anche se il trauma in taluni casi si è rivelato scatenante della fobia). Scrivo questo per mettere in luce le differenze tra xenofobia in senso sociale e xenofobia in senso psicologico: sono due cose differenti e, ancora una volta, il termine (di fatto coniato per descrivere una patologia del terrore) viene diffuso dalla società in modo improprio.
Quando io parlo di xenofobia mi riferisco proprio alla paura immotivata nei confronti di etnie differenti da quella di appartenenza; credo che tutti noi non-viaggiatori l'abbiamo sperimentata, almeno una volta, in forma lieve (di certo, non come la patologia alla quale fa riferimento la psicanalisi!). Finché si tratta di una paura inconsapevole suscitata dai mezzi d'informazione (non perché vogliano fare propaganda del terrore, ma perché mettono in luce prevalentemente le turpitudini commesse da questi popoli) e non ci si documenta per sfatarla, è un conto e si può parlare di xenofobia; ma se è motivata da qualcosa di concreto e "documentale" (per esempio, tutto il lavaggio del cervello messo in atto dalla repubblica cinese degli anni '50 e '60, che ha azzerato l'individualità e prodotto una mentalità da alveare nel popolo cinese) non si può più parlare di xenofobia ma di motivazione e consapevolezza, non è più un discorso di paura immotivata insomma.
CITAZIONE
l'Italia mi piace, vivo in una realtà tutto sommato positiva e, come dissi in precedenza, sono molto legato al concetto di identità culturale. Questo Paese è il mio, ci sono nato, ci vivo, lo vivo, piuttosto lo sopporto, ma non voglio in alcun modo avvelenarmi l'esistenza vivendo male una realtà che è la mia, volente o nolente.

Mah, io credo d'essere diventata "razzista" verso gli italiani... In generale, mi sento abbastanza misantropa nei confronti dell'umanità tutta, eppure non riesco a fare, come si suol dire, di un'erba un fascio, cioè posso odiare l'umanità al gran completo ma non l'individuo singolo con cui ho a che fare... il tabbaccaio, la commessa del supermercato, i conoscenti e gli amici, le persone che mi circondano. Lo stesso, credo, mi succederebbe andando in un altro Paese, del quale magari detesto cultura e usanze.
 
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view post Posted on 14/10/2017, 15:31     +1   -1
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CITAZIONE (Terry Taylor @ 14/10/2017, 13:01) 
Purtroppo non è così ^_^
Ogni animale, uomo compreso, quando ha paura attacca;

Mica tanto. La maggior parte degli animali quando ha paura scappa, persino quelli che avrebbero i mezzi per affrontare la minaccia (grossi felini, orsi, serpenti, e via dicendo).
L'attacco è un'ultima ratio quando non c'è spazio o tempo per la fuga (sempre a livello generale).
Altri si proteggono, altri si mimetizzano.
Insomma, animali che attaccano quando spaventati non sono poi così tanti, e sono sempre influenzati da fattori come la protezione dei cuccioli, del territorio, la fame, ecc.


CITAZIONE
non è una mia riflessione ma un dato scientifico riportato dall'etologia (cioè la scienza che studia il comportamento animale) e dalla sociologia. La paura specifica di cui parlano le scienze non è di una minaccia e/o ostilità aperta, ma di ciò che non si conosce, che non rientra nelle abitudini quotidiane. La curiosità è, al contrario, indice di apertura mentale. Paura e curiosità sono in pratica due opposti comportamentali: il cucciolo - di qualsiasi razza, compresa quella umana - che è privo di abitudini e di un bagaglio di conoscenze, usa la curiosità per apprendere e conoscere, per questo si avvicina anche ai pericoli senza un istinto belligerante. Un adulto, invece, accoglierà tutto ciò che gli è ignoto con ostilità e chiusura, preparandosi a un eventuale attacco per proteggersi da ciò che non conosce.

Esatto, ma pensaci: il cucciolo non conosce (è ignorante) e quindi è mosso da curiosità.
L'adulto SA che cosa è pericoloso e che cosa no, e di conseguenza reagisce scappando o aggredendo. Quando non conosce la fonte della minaccia, fugge o aggredisce perché SA che ci sono cose che per lui possono rappresentare un pericolo, e non può permettersi il lusso di dire "sperimentiamo" (con tutte le eccezioni del caso).

Questo per ribadire un punto sul quale tempo fa eravamo stati abbastanza concordi, cioé che forse l'uomo non si è ancora liberato dei suoi istinti primordiali, non è ancora evoluto al punto giusto: dunque perché scandalizzarsi o arrabbiarsi se un comportamento del tutto naturale come la xenofobia si manifesta?
Bisognerebbe invece agire di buon senso e con metodo scientifico (del quale sono vivido sostenitore) per evitare che questi meccanismi si inneschino.

CITAZIONE
Mah, io credo d'essere diventata "razzista" verso gli italiani... In generale, mi sento abbastanza misantropa nei confronti dell'umanità tutta, eppure non riesco a fare, come si suol dire, di un'erba un fascio, cioè posso odiare l'umanità al gran completo ma non l'individuo singolo con cui ho a che fare... il tabbaccaio, la commessa del supermercato, i conoscenti e gli amici, le persone che mi circondano. Lo stesso, credo, mi succederebbe andando in un altro Paese, del quale magari detesto cultura e usanze.

Questo punto è interessantissimo, perché è proprio uno dei cardini delle mie idee sul mondo sociale.
E' del tutto NORMALE che si provi simpatia, rispetto e amicizia per le singole persone che si incontrano e che fanno parte della nostra vita, anche in una realtà che possiamo detestare.
Questo perché l'uomo è fatto per ragionare su ciò che conosce, su ciò di cui ha esperienza diretta, NON sui grandi fenomeni, sulle ideologie e sugli assoluti universali.

A me non piace la cultura musulmana, ma uno dei miei migliori amici è musulmano. Io lo rispetto in quanto tale, mi affascina anche la sua diversità, e non mi sognerei mai di non considerarlo un amico solo perché è musulmano.
Ma avere un buon amico musulmano NON implica in alcun modo che io debba considerare tutti i musulmani del mondo con rispetto e affetto, perché "i musulmani" sono un insieme di parecchi milioni di persone, ognuna con le proprie caratteristiche, storia personale, pensieri, idee e quant'altro.
Il rispetto e l'amicizia sono valori che vanno conquistati, tra una persona e l'altra, con l'interazione e la volontà reciproca.
Soprattutto sono valori che l'uomo attribuisce a SINGOLI individui, NON alle collettività in nome di grandi ideali di apertura mentale, cosmopolitismo e quant'altro.
Chi vive di assoluti va contro natura. E' lui/lei il deviante, non chi segue gli istinti in maniera più o meno becera.
Sono la ragione e l'osservazione scientifica, Illuminismo docet, a insegnarci questo!
Ed è molto importante capire questo punto cardine del mondo.
A parer mio.
 
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view post Posted on 14/10/2017, 18:50     +1   -1
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CITAZIONE (« Soldier of Fortune » @ 14/10/2017, 16:31) 
Chi vive di assoluti va contro natura. E' lui/lei il deviante, non chi segue gli istinti in maniera più o meno becera.
Sono la ragione e l'osservazione scientifica, Illuminismo docet, a insegnarci questo!
Ed è molto importante capire questo punto cardine del mondo.
A parer mio.

Ma nessuno stava parlando di assoluti, credo :huh: ...o meglio, il mio schifo per la razza umana potrebbe essere considerato un assoluto, ma più che altro è un discorso generalizzato alla razza stessa e non al singolo individuo; la razza umana distrugge se stessa e il pianeta in cui vive, è del tutto incapace di coesistere in armonia con le altre razze e con l'ambiente che la sfama, la disseta, le da di che vestirsi e di che esistere. Ma non è detto che l'individuo "amico mio" faccia le stesse identiche cose... anzi di solito non le fa o non sarebbe "amico mio".
Io però non mi ritengo razzista (senza virgolette, stavolta) soltanto perché odio l'intera razza umana, perché comunque mi sento abbastanza aperta nei confronti delle differenti etnie, dei loro usi e costumi, della loro arte e del loro modo, differente dal mio, di vedere il mondo.
Il mio "razzismo" va sempre e comunque alla maleducazione umana verso il luogo in cui vive, che sia la mia città o il globo terrestre, e verso le altre creature che lo popolano, siano esse umane oppure altri animali.
 
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CITAZIONE (Terry Taylor @ 14/10/2017, 19:50) 
Ma nessuno stava parlando di assoluti, credo :huh: ...

Don't worry, mi portavo avanti nel discorso, non mi riferivo a te. :D
Chi vive di assoluti è, ad esempio, chi crede che tutti gli esseri umani siano uguali e abbiano lo stesso valore in quanto esseri umani.
Quello era l'assoluto cui mi riferivo, ma mi stavo portando avanti col discorso.


CITAZIONE
o meglio, il mio schifo per la razza umana potrebbe essere considerato un assoluto, ma più che altro è un discorso generalizzato alla razza stessa e non al singolo individuo; la razza umana distrugge se stessa e il pianeta in cui vive, è del tutto incapace di coesistere in armonia con le altre razze e con l'ambiente che la sfama, la disseta, le da di che vestirsi e di che esistere. Ma non è detto che l'individuo "amico mio" faccia le stesse identiche cose... anzi di solito non le fa o non sarebbe "amico mio".
Io però non mi ritengo razzista (senza virgolette, stavolta) soltanto perché odio l'intera razza umana, perché comunque mi sento abbastanza aperta nei confronti delle differenti etnie, dei loro usi e costumi, della loro arte e del loro modo, differente dal mio, di vedere il mondo.
Il mio "razzismo" va sempre e comunque alla maleducazione umana verso il luogo in cui vive, che sia la mia città o il globo terrestre, e verso le altre creature che lo popolano, siano esse umane oppure altri animali.

Io penso che l'uomo sia semplicemente un'altra espressione della natura, non tanto diversa da qualsiasi altra.
La natura fa cose troppo meravigliose perché possa aver commesso un errore così lapalissiano: il fatto che l'uomo distrugga il pianeta è previsto e, chissà, forse voluto.
 
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CITAZIONE (« Soldier of Fortune » @ 15/10/2017, 01:13) 
Io penso che l'uomo sia semplicemente un'altra espressione della natura, non tanto diversa da qualsiasi altra.
La natura fa cose troppo meravigliose perché possa aver commesso un errore così lapalissiano: il fatto che l'uomo distrugga il pianeta è previsto e, chissà, forse voluto.

La mia convinzione è diametralmente opposta :lol: forse un po' fantascientifica e visionaria, ma perfettamente in linea con tante altre mie concezioni :D
Io penso che l'uomo sia un innesto nell'ecosistema terrestre: non rientra nel ciclo naturale né lo segue; ha subìto un'evoluzione smisurata rispetto a qualsiasi altro animale; è anch'esso considerato un animale eppure ancora oggi manca il famoso "anello di congiunzione", gli scienziati non riescono a trovarlo.
Insomma, si vede a occhio nudo che l'uomo, in questo ecosistema, è decisamente fuori posto, un'incognita, un ingranaggio inutile (e mal funzionante) all'interno di un meccanismo perfetto. Ogni essere vivente, vegetale o animale che sia, ha la propria indubbia utilità all'interno di questo ecosistema... l'uomo invece no ;)
 
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view post Posted on 16/10/2017, 17:54     +1   -1
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Bambini state andando ot.
Come diavolo ci siamo arrivati dalle foto del giappone ai trans, alla destra, alla sinistra e alla xenofobia?

/////////////
Comunque, viaggiare apre la mente.
Se non si conosce una cultura non si può dire di odiarla (per quanto se ne possa aver letto sui libri...).
Se non viaggiate non potrete mai capire quanto è diverso mangiare sushi in Giappone rispetto all'All YOU CAN EAT italiano.
Non potrete mai capire quanto è buona la Guinness bevuta a Dublino rispetto al vostro pub sotto casa.
Non saprete mai se le piramidi sono davvero cosi belle e misteriose come appaiano in foto.
Cosa significa odorare le spezie e l'incenso durante un tramonto su un fiume indiando, cavalcare le onde in polinesia o saltare con i canguri in Australia.

Certe cose vanno vissute per capire se ci piacciono o meno.
E non c'entra niente la tolleranza, la curiosità o la propria condizione di vita.
Viaggiare, che lo vogliate o no, vi aprirà SEMPRE la mente.
 
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view post Posted on 16/10/2017, 23:11     +1   -1
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Concordo, Sophie, lo sto dicendo dall'inizio :lol:
Più se ne parla e più gli argomenti si ampliano, poi deragliano di qua e di là. Ma anche questo fa parte del discorso... una parte un tantino, come dire... periferica, ma suvvia, fa tutto brodo :P
 
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