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“Tutti da me pretendono che si rida, si scherzi, si sdrammatizzi.
Nessuno mi ha mai chiesto come va, né mi ha degnato di uno sguardo. Dall’alto verso in basso, anche a causa della mia piccola statura, sono stato guardato. Ci sono molte possibilità che io sia stato disprezzato da tutti coloro che un plauso mi hanno donato. Nessuno si è mai reso conto che dietro ogni uomo, ogni sua maschera, c’è un’anima, un’introspezione. Ogni minuto della mia vita l’ho passato cercando in tutti i modi di suscitare le risa della gente che assisteva ai miei miseri spettacoli e, cosa ne ho guadagnato? Nulla, soltanto la fama di un buffone. Ogni giorno a rendere vivo ciò che era morto, a raccontare storie tanto buffe quanto profonde nella loro spietatezza. Si rideva della folle morte di un principe, ci si divertiva a prendere in giro chi era stato sgozzato brutalmente o per motivi futili decapitato. Se questo è mondo, io mi chiedo, allora io sono il più grande condottiero della storia dell’umanità. Non ho mai combattuto, a me è sconosciuto il movimento di una spada, io sono soltanto un tramite, un mezzo per suscitar diletto. Sono soltanto un povero menestrello di corte: buffone, intrattenitore, giocoliere e cantore girovago delle gesta di qualunque uomo abbia voluto utilizzare i miei servigi. Ho offerto la mia arte terapeutica per pochi spicci, un po’ di pietà e una buona dose di ospitalità. Nessuno sa chi sono o nemmeno si interessa. Che provenga dal Polo Nord o dalla Persia, a nessuno interessa. Fammi ridere, è tutto quello che ti chiedo. Mi è sempre stato detto, fin quando non allargai i miei confini e divenni poeta nostalgico delle grandi imprese dei nostri avi. Nostri? Forse sbaglio a usar quel possessivo, io non ho avi. Nessun parente, neanche alla lontana, mi è rimasto e tutto quello che ho sono le mie taglienti parole. Ben poca cosa rispetto a coloro che hanno intere distese di terra e schiavi. Non ho un titolo nobiliare, nulla di nulla e canto per voi che ne avete da vendere. Non capisco il perché sia qui: sono innocente. Non ho mai fatto male a una mosca e voi, guardie senza spina dorsale, mi avete arrestato su ordine di chi sa quale sordido mandante. Voi siete complici di un grave errore. Che voi siate maledetti! Come sia maledetto questo regno formato da persone cieche, incapaci di giudicare una persona onesta e distinguerla da chi è intrigante di natura. Vi maledico, con tutto il mio cuore. Un menestrello, che di natura intrattiene il grande pubblico, è accusato di non si sa che cosa e un reato non lo ha mai commesso. L’unico mio peccato è quello di aver creduto, di essermi fidato, di aver proferito parola, e di essermi ingraziato il re soltanto con la mia spontaneità. Il re mi apprezza perché persone oneste come me se ne incontrano poche, ma l’onestà non paga in questo mondo di lestofanti. Voi, gentile pubblico che leggerà la mia confessione di innocenza, soltanto voi potrete realmente giudicare i fatti e rendervi conto che io, Isaac da Alessandria, nato povero divenuto orfano e salvato da un grande uomo che mi ha fatto da padre, sono un uomo onesto che non ha mai guardato con morbosa bramosia il potere e i suoi giochi.” |